DIFFICOLTÀ: Facile

Procederemo in senso antiorario e dopo qualche km di comodo sterrato arriveremo in vista di Villa S. Antonio dove sono concentrati tanti siti preistorici che saranno la meta principale della nostra escursione. Il paesino nacque a inizio XVIII secolo come novenario intorno alla chiesa di Sant’Antonio Abate, edificata per consacrare il luogo di ritrovamento del simulacro del santo; è coperto da fitta macchia mediterranea e rigogliosi lecci e sughere, salici e tamerici. I primi insediamenti prenuragici hanno lasciato tracce sul lungo pianoro vulcanico del monte Padrillonis, a due chilometri dal paese. Al Neolitico risalgono anche una sessantina di Domus de Janas. Poco distante dal paese, il primo sito che andremo a visitare è l’incredibile necropoli a Domus de Janas di Jenna Salixi o Jenna is Abis ma nota anche come “l’astronave” vista la particolare forma tondeggiante e convessa della parete rocciosa che le ospita dove i fori delle domus appaiono come i finestrini di un disco volante. Nella necropoli sono presenti 14 domus de Janas di età prenuragica, 6 di esse sono costituite da un dromos (corridoio a cielo aperto) e un’anticamera che precede la camera sepolcrale, mentre in 7 non è presente l’anticamera e una è priva sia del dromos che dell’anticamera. Proseguendo il giro attraversiamo il paese passando per l’antica chiesa di S. Antonio. Verso la periferia sono presenti altre interessanti domus de janas note come Funtana Craberis, particolarmente ampie e complesse. Ci aspetta subito dopo un piacevole saliscendi fino ad incontrare un bellissimo riparo sotto roccia che pur non avendo interesse archeologico risulta interessante in quanto reca una scritta molto nota nell’Isola: DDT, in ricordo della campagna antimalarica effettuata dalla allora Fondazione Rockfeller alla metà degli anni ’40. Non possono mancare nel nostro percorso le cosiddette Perdas Fittas o Menhir, megaliti realizzati tra il 3300 e 2500 a.C. In origine erano grossi massi appena sbozzati che adornavano, singoli o in gruppo, le aree cimiteriali (e anche insediamenti abitativi e ambiti culturali), poi assunsero forme dal profilo ogivale a sezione piano-convessa. I primi che andremo ad incontrare sono quelli abbastanza singolari di Brentoni e, all’interno di una proprietà privata, un’altra serie di Perdas Fittas denominati di Carabassa. Altra interessante necropoli la vedremo non distanti da un’antica e suggestiva strada su roccia dove sono visibili i solchi degli antichi carri che la percorrevano; è quella di Is Forrus o Is Sciorrus, posta sul fianco di una vallecola dove si aprono sulla parete di trachite numerose domus a diverse altezze con una o più camere. In un’area circoscritta si rinvengono ben 18 domus de janas articolate in tre gruppi distanti tra loro circa 200 m. Poco distante sicuramente resteremo colpiti dalla maestosità del menhir di Monte Corru Tundu con i suoi circa sei metri di altezza che lo portano a essere il più alto Menhir dell’isola, che in origine erano anche di più avendo la punta tagliata e poggiata a terra al suo fianco. Molto interessanti sono anche i menhir di Tuttiricchiu e una singolare vasca intagliata sulla roccia di li poco distante. A meno di 2 km troveremo un altro sito caratterizzato dalla presenza di diversi menhir noto come Baduggiana o Baduggià ma dove alcuni di essi sono visivamente manipolati e allineati in forma dubbia. Ancora un’antica strada romana ci collegherà alla provinciale per Ruinas che attraverseremo per fare una breve divagazione verso il Monte Grighine e le sue pale eoliche per poi percorrere una piacevole sterrata in discesa che ci riporterà a Mogorella dove per chiudere il bellezza una fantastica escursione faremo un tour tra le caratteristiche viuzze e le tradizionali case a corte nonché i bellissimi murales che adornano i muri del paese.