12/10/2020 XWILDER GIANLUIGI BELLANTUONI
E con questa immagine del tacco più famoso della Sardegna, il Monte Perda ‘e Liana nell’altopiano dell’Ogliastra, termina la nostra avventura isolana.
Si torna nel continnnnnentecon un bagaglio di ricordi che rimarrà indelebile nella mente e nel cuore, una terra aspra e selvaggia, un angolo di old wild west unico in Italia, abitato da gente semplice ed ospitale, dal cuore grande, di cui non puoi fare a meno di innamorarti. Con la speranza di tornarci presto per altre avventure.
Supramonte X-Wild è stato l’evento che mi ha dato l’opportunità di scoprire questa terra, una gara in modalità bikepacking dai numeri importanti, quattro percorsi, tutti ugualmente impegnativi, seppur diversi per dislivello e lunghezza.
L’Extreme, quello a cui ho partecipato, 420 km e oltre 12000 mt di dislivello, chiuso in poco più di 80 ore, in ottava posizione, ultima in tempo utile per entrare nell’olimpo dei pochi eletti, gli X-Wilder 2020.
Un evento unico sapientemente gestito dai padroni di casa Monica Angioni, Maurizio Doro Naturaider, Antonio Marino che hanno fatto dell’accoglienza l’elemento base, oltre a tracciare un percorso, l’Extreme, attraverso il Supramonte e il Gennargentu, tecnico, impegnativo e durissimo, tra rocce, sassi, foreste, single track, passaggi esposti in cresta, inimmaginabili per i più da fare in bici. Eppure loro ci hanno creduto e creato questo piccolo capolavoro.
La Sardegna sinonimo di mare, sole, vacanza, relax, per pochi giorni sede di una delle più dure e spettacolari gare bikepacking d’Italia. E dal sole delle zone costiere, in poche ore siamo passati ai sentieri d’alta quota, sferzati da gelidi venti di maestrale che soffiano a 100kmh, pioggia che diventa neve nella parte più alta, gli oltre 1800 mt slm della Punta la Marmora, il tetto dell’Isola. Ma mai soli, sempre controllati dal sistema satellitare di tracciamento e assistiti e rifocillati ai 5 check point, dove era anche possibile fermarsi per la notte. E all’arrivo un’accoglienza mai vista, per tutti, dal primo all’ultimo, dall’atleta di fama, che da prestigio alla manifestazione, allo sconosciuto, che ha sofferto per quattro lunghi giorni.
Venendo al tracciato, un percorso vario, con brevi strade asfaltate, lunghi tratti su piste agricole dal fondo sassoso e sconnesso, single track, e moltissimi tratti da fare a piedi, a volte con bici in spalla, tra rocce e sassi. I sassi, la costante di tutto l’X Wild, piccoli grandi, a volte superabili in sella, per lo più camminando, hanno reso tutto più difficile e ancora più selvaggio. Lunghe salite, pendenze degne di ambienti alpini, gli oltre 1500 mt di dislivello per raggiungere il tetto dell’isola e scoprire che il possente paesaggio che si domina da quelle altezze, in realtà è interamente coperto da nuvole, gli sforzi, il vento fortissimo, la bufera di neve, l’irto sentierino che sale verticale alla vetta, la lunga traversata in costa, pochi metri sotto la cresta, sono tutte esperienze uniche che rimarranno per sempre. Un tour estremo, con un clima estremo a queste latitudini, ben lontane dal circolo polare. Siamo in Sardegna, a migliaia di chilometri dall’Alaska, eppure anche qui si possono trovare condizioni difficilu e passare in poche ore da 30 gradi a 0, da quota 0 a quota 1800.
Questa è la Sardegna, questo è il #supramontexwild, questo è quello che potrete trovare alla prossima edizione. Io ci sarò perchè questo trail è entrato di prepotenza nella lista dei miei preferiti.
Arrivederci al 2021 per la consacrazione a nuovo X-Wilder.
Un sincero ringraziamento e un abbraccio a tutto lo staff, ci rivedremo presto.
Grazie a tutti
Gian X-Wilder